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L’Economia Circolare, economia necessaria per il presente protesa al nostro futuro

La Terra è un sistema chiuso. Le risorse, ancorchè abbondanti, non sono infinite e ciò si fa drammatico se si considera che il loro esaurimento dipende: da un lato, per l’inesorabile crescita della popolazione mondiale e dall’altro per il consumismo sfrenato imposto dall’attuale sistema economico.


Non solo un concetto filosofico

Infatti, la popolazione globale ha da poco tempo raggiunto i 7,5 miliardi di abitanti e, secondo stime demografiche cautelative, si prevede che nel 2100 supererà i 10 miliardi di esseri umani. Inoltre, i consumi stanno incrementandosi in maniera esponenziale; infatti, a quelli già elevati dei Paesi Occidentali, si stanno addizionando, nelle ultime decadi, quelli della Cina e dell’India, nazioni dove vivono più di un terzo degli abitanti della Terra e di altri giganti realtà di Paesi Emergenti. Inoltre, l’attuale economia dei consumi violenta inesorabilmente l’ambiente, pregiudicandone irreversibilmente l’intero ecosistema.

Attraversiamo un periodo periscolosamente delicato e instabile per la vita sul Pianeta, che ci induce a prendere seria ed inmediata consapevolezza circa il nostro agire quotidiano, sia a livello imprenditoriale che personale. Tutti noi, nell’intimo, per il bene nostro e di chi ci sopravviverà, percepiamo che occorre rallentare la velocità dell’attuale sistema, e spesso giustifichiamo il passivismo con argomenti di comodo: “cosa può contare il mio intervento di piccolo consumatore e produttore di rifiuti, per dare soluzione ad un problema globale?” ed ancora: “sono i politici che debbono prendere provvedimenti”….

Sono anche i piccoli gesti che aiutano ad assumere quella consapevolezza che contagia i più prossimi, e così espandendosi per una presa di coscienza globale più efficace e capace di incidere sulle volontà dei politici e delle istituzioni, sucubi dell’economia dei consumi e del PIL. Una forma di filosofia virtuosa di impresa che, pur non rallentando i consumi, permette di allegerire l’attuale impatto ambientale è sicuramente l’Economia Circolare.



Cos’è quindi l’Economia Circolare?

“Essa si concretizza concependo un determinato prodotto, non solo come un bene il cui fine esclusivo è la vendita, ma pianificando il suo riutilizzo, come materia prima, al termime del suo naturale ciclo di consumo. È un concetto molto più complesso del semplice riciclo tradizionale. Si tratta di un vero e proprio processo di - reconceiving the product from the scratch -.

Questo significa pianificare sin dalla fase di design iniziale del prodotto le modalità di riutilizzo più efficaci ed efficienti delle componenti, per rendere il rifiuto nuovamente una risorsa, sia essa poi utilizzata in azienda o venduta a terzi. Questo nuovo modo di concepire il prodotto, in maniera sostenibile sin dalla sua progettazione iniziale, consente all’azienda che lo vende di avere un semplice e rapido accesso a fonti di materie prime ad un costo prossimo allo zero… Un’economia circolare, insomma, che promuova attivamente lo sfruttamento di una risorsa abbondante ed inesauribile como lo sono i rifiuti, per favorire un ampliamente delle risorse disponibili, seppur come ben noto scarse, a beneficio di tutti. Una linfa nuova, specialmente per quelle regioni del mondo che si repuatno sviluppate: un nuovo modo assolutamente creativo di concepire l’economia, il consumo e lo scarto”. (da: Econopoly – Il Sole 24Ore – 17 maggio 2017)





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